Lugano 24.3.2013
Festa Nazionale
Greca(25.3.1821)
Giornata di solidarietà.
Onorevole console della
Grecia a Lugano,
Onorevole municipale di
Lugano
Gentili signore,
Egregi signori,
Cari membri della comunità
ellenica,
carissimi amici,
Da parte della Comunità
Ellenica del Canton Ticino che ho l`onore di rappresentare, vi porgo
un grandissimo grazie che siete qui stasera a questo importante
evento per noi.
Desidero iniziare con una
bella citazione di Albert Camus che bene rappresenta lo spirito della
serata.
``Non camminare davanti a
me, potrei non seguirti.
Non camminare dietro di
me,potrei non guidarti.
Cammini accanto a me e sii
mio amico.``
Camminando allora uno
accanto all`altro, noi tutti, vogliamo costruire una patria nuova con
eguali possibilità. Questo non è un miraggio utopico.
Vogliamo una nuova patria
senza i politici corrotti del passato, senza nepotismi con titoli e
poltrone ereditati dal passato. Vogliamo persone nuove, pulite e con
capacità ed onestà. Personalità dal mondo scientifico, accademico
e sociale, devono prendere il destino del paese nelle loro mani, e
con la guida di una nuova costituzione moderna, stare vicino al
cittadino semplice.
Il nostro paese ha
una inestimabile ricchezza solo che ha bisogno di uno stato più
umano. Uno stato lontano dalla corruzione, dal clientelismo, e senza
essere teleguidato da centri oscuri del potere.
L`unione dei popoli in
Europa come è stata pensata dai ``saggi`` del secolo scorso alla
fine della guerra, (De Gasperi, Schumann, Antenauer.) rimane un
desiderio ma è anche la salvezza di tutti. Settant`anni senza guerre
e distruzioni .
Questo momento purtroppo,
l`unione si trova nelle mani dei banchieri e speculatori strozzini,
dove con l`aiuto di molti governi hanno accumulato enorme ricchezza
nelle loro mani e possono determinare i destini e la vita dei popoli.
È arrivato il momento di
unire il nostro grido sotto un grande NO anche se appare molto
difficile.
Questo NO è prioritario e
deve avanzare con forza.
Quelli che oggi fanno
promesse per il miglioramento, sono i stessi che ci hanno portato in
questo dramma che viviamo.
Non li crediamo più e
diciamo BASTA.
Per il recupero della
ricchezza spirituale e materiale della nostra patria, serve
responsabilità e decisione. Recupero di valori che deve essere fatto
dalle nostre mani e non da quelli che aspettano solo per sferrarci il
colpo di grazia.
I popoli di oggi non sono
quelli che stoicamente sopportavano il peso nel passato. E non sono
quelli abituati ad abbassare sempre la testa.
Oggi sanno benissimo che
hanno gli stessi diritti ed opportunità nella vita e che la
ricchezza si deve distribuire in modo equo a tutti.
È desiderio da
parte di noi tutti e grande augurio di arrivarci senza uno scontro
sociale di inimmaginabili conseguenze per la Grecia e per l`Europa
stessa.
Ma questo che attualmente
duole l`animo,sono i senzatetto di Atene, i pensionati che non
arrivano a pagare i loro medicamenti. I bambini che perdono i sensi
dalla fame nelle aule scolastiche senza riscaldamento. I giovani
disoccupati (almeno 60%) secondo le ultime statistiche ufficiali
costretti a cercare futuro fuori dal paese con conseguenze tragiche
per la ricostruzione di domani.
Grecia. La lunga
diaspora della generazione perduta.
I nostri figli e
nipoti, i nostri giovani laureati che parlano 3-4 lingue, non hanno
futuro nella Grecia di oggi. È triste e avvilente.
Se fossimo un paese
terzomondista in via di sviluppo, sarebbero intervenute le Nazioni
Unite per i loro diritti elementari di cibo, sanità, istruzione.
Purtroppo la Grecia è un
paese commissariato da parte della Troika (fmi.ue,bce) con i
risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Il cosiddetto debito
sovrano non solo è diminuito ma è diventato insostenibile.
Disoccupati in continuo aumento ogni anno. PIL negativo in
progressione. Siamo testimoni di una specie di accanimento
terapeutico su un malato grave. In questo caso in medicina almeno si
parla di omicidio colposo .Inoltre dulcis in fondo, anche i calcoli
del moltiplicatore fiscale che è stato calcolato dal fondo monetario
`e risultato errato con alcuni miliardi da pagare in più da gente
con una decurtazione dei loro salari senza precedenti nella storia,
attorno al 45%.
Qualcuno, e sono tanti,
dirà `` Ma i greci se la sono cercata. È giusto che paghino.``La
frase ricorrente ``non siamo noi la Grecia, non vogliamo diventare
come la Grecia``, echeggia come la guerra fra i paesi poveri del sud,
che si temono a vicenda e questo sentimento si può anche
comprendere. Invece sarebbe molto importante che tutti insieme uniti
diano voce e corpo ad un nuovo paradigma culturale che lavora per la
costruzione dell’ Europa dei popoli e non delle speculazioni con la
globalizzazione spinta all`eccesso.
Bisogna fare molta
attenzione. Nella storia umana abbiamo molti esempi di popoli che
``se la sono andata a cercare”. Gli Africani che sono finiti come
schiavi oltreoceano, i pellerossa Americani, gli Ebrei in Europa ed
adesso tornano buoni anche ``gli spendaccioni`` Greci. È molto
facile stigmatizzare e creare dei clichè che possono divenire molto
nefasti.
Per le aberrazioni
economiche di un sistema lasciato alla mercè di speculatori
nazionali ed internazionali, della finanza virtuale, risulta
profondamente immorale criminalizzare un intero popolo di natura
molto generoso e solidale, e condurlo con decisioni assurde allo
sfascio sociale. E questo per totale incapacità ed ingordigia della
classe dirigente negli ultimi 30 anni.
La storia non dimentica. È
nostro dovere morale aiutare i nostri compatrioti e la gente in
difficoltà.
I greci della diaspora,
circa sette milioni per il mondo, amano il loro paese d`origine.
Tutte le volte che era necessario hanno dato il loro aiuto e sono
stati in prima linea. È nostro dovere anche noi ``adottare`` come
Comunità chi viene a cercare lavoro. Lo dice chiaramente anche il
nostro statuto.
Sarebbe auspicabile
la creazione di un `` osservatorio`` che cerca di collaborare con
tutti gli enti preposti sia a livello cantonale e comunale.
Nessuno deve sentirsi
abbandonato e noi non abbiamo il diritto di fare finta di niente. Ne
vale la nostra dignità, dare prova di concreta solidarietà e
aiutandoci a vicenda, ritroveremo la strada giusta e meritevole.
Chiudo parafrasando un
grande poeta Greco, Kostas Varnalis.
``Quando qualcuno ti ha
aperto la fossa gettandoti dentro, è tuo dovere di cercare l`uscita
con tutti i mezzi a disposizione, con le tue mani. Poi, una volta
fuori puoi fare i conti con quelli che li dentro ti hanno spinto.``,
e noi diciamo che bisogna fare i conti anche con la nostra coscienza
e responsabilità individuale.
Non abbiamo nel
nostro animo malgrado la rabbia, la rassegnazione di tanti la
depressione lo scorramento nessuna rivalsa. Vogliamo solo cambiare
questo paese mandando tutti i responsabili della tragedia li che
meritano al dimenticatoio della storia.
L`ultima atto della
tragedia antica si chiama ESODO sancito dal coro. Poi tutti aspettano
il DEUS EX MACHINA.
Speriamo che in Grecia non
sia completamente dileguato.
Dr. Stavros Rantas
Presidente Comunità
Ellenica in Ticino